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Convegni e Pubblicazioni

Convegni e Pubblicazioni
DOMENICO MASELLI
Un percorso formativo ed esperienziale che si sviluppa per due annualità, rivolto alle scuole lucchesi. Un progetto di Memorie di Lucca e Fondazione Banca del Monte di Lucca per conoscere la figura di Don Domenico Maselli, pastore, politico, storico e docente che ha lasciato a Lucca un’impronta forte e viva negli oltre 35 anni vissuti nella nostra città. Il progetto è finanziato dalla Tavola Valdese ed è promosso dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca nell’ambito del progetto “Memorie di Lucca”, in collaborazione con la Chiesa valdese, l’Istituto Storico Lucchese e il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
Tema centrale è la raccolta di testimonianze relative a Domenico Maselli il cui profilo politico, sociale, accademico ed ecclesiale è di grande rilievo nella storia lucchese del Novecento e del primo decennio del nuovo secolo. 
Undici le studentesse dei licei Machiavelli e Paladini (sette di terza e cinque di quarta), guidate dalle professoresse Arianna Antongiovanni e Rita Durante, che si avvicineranno alla ricerca e alla metodologia della storia testimoniale, attraverso incontri con esperti, prima di cimentarsi con la pratica della raccolta di testimonianze. Le studentesse intervisteranno alcune delle persone che hanno conosciuto e collaborato con Maselli nei diversi ambiti del suo impegno e delle sue attività. 


DOMENICO MARTINELLI
Sono stati pubblicati nel settembre 2020 gli Atti del convegno promosso dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca su Don Domenico Martinelli, celebre architetto del ‘700, che ne raccontano le Opere, riscoprendo un “lucchese nel mondo”.
L’appuntamento, promosso e organizzato dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca nell’ambito del progetto Memorie di Lucca, in collaborazione con l’Istituto storico lucchese, è stato realizzato nella chiesa dei Santi Giovanni e Reparata a Lucca (p.za San Giovanni), dove è ubicato l’altare di Sant’Ignazio di Loyola, una delle principali opere cittadine del Martinelli.
Con le conferenze di insigni storici dell’arte, la musica barocca di Monteverdi e la proiezione di un video realizzato dagli studenti dell’alternanza scuola-lavoro di Lucca si è svolta la presentazione degli atti del convegno internazionale di studi sull’architetto lucchese don Domenico Martinelli, che la Fondazione Banca del Monte di Lucca aveva organizzato nel 2018, all’Auditorium del Palazzo delle Esposizioni, per celebrare i 300 anni dalla scomparsa del celebre architetto.

Il convegno – ricorda Oriano Landucci, presidente della Fondazione – aveva richiamato a Lucca studiosi da tutta Europa, dal momento che le principali opere progettate da Martinelli si trovano all’estero, principalmente in quello che fu l’Impero austro-ungarico. L’evento ebbe un notevole successo e fu una bella occasione per la città per riscoprire uno dei suoi cittadini che ha portato il nome della città in contesto internazionale. Con la pubblicazione degli Atti, studiosi, cittadini e semplici curiosi avranno una seconda occasione per riscoprire la figura di questo importante architetto e le opere che ha lasciato nella nostra città”.

Gli Atti, editi da ETS, sono commentati dai professori Alberto Ambrosini e Marco Collareta, entrambi docenti nell’ateneo di Pisa.
La pubblicazione, a cura di Silvia Pettiti, si divide essenzialmente in due parti. La prima è focalizzata sul rapporto tra Martinelli e la sua città natale, rapporto poco conosciuto e studiato, all’origine delle ricerche e del convegno; la seconda riguarda invece la presenza del religioso-architetto nel resto d’Italia e in Europa.
Firma del barocco internazionale, le cui opere sono conosciute in tutta l’Europa centrale, Martinelli si era formato nell’ambito della prestigiosa Accademia di San Luca, presso la quale fu anche professore; ebbe incarichi in patria e ancora di più all’estero, essendo amato dalla nobiltà mitteleuropea della fine del XVII° secolo. Alla propria città natale ha lasciato, oltre alle opere, anche un patrimonio documentario tra i più ricchi dell’epoca barocca: un notevolissimo corpus di lettere, documenti, disegni, schizzi.



PAOLO GUIDOTTI, PIETRO SIGISMONDI E PIETRO PAOLINI, tre pittori lucchesi nella Roma di Caravaggio
Tre artisti lucchesi, vissuti tra il ‘500 e il ‘600, trasferitisi a Roma per completare la propria formazione artistica e in cerca di opportunità professionali, ma che sempre rimasero legati alla terra d’origine. La Fondazione Banca del Monte di Lucca rende omaggio a questi artisti di impronta caravaggesca, pubblicando gli atti del convegno organizzato in città nell’autunno del 2019, in un volume dal titolo “Polo Guidotti, Pietro Sigismondi e Pietro Paolini: tre Pittori Lucchesi nella Roma di Caravaggio” edito da Maria Pacini Fazzi.
Il volume raccoglie i contributi degli studiosi presenti all’importante convegno, curato da Paola Betti, studiosa di pittura del Sei e Settecento, soprattutto lucchese e Gianni Papi, studioso di Caravaggio e del suo ambiente, a cui si aggiungono quelli di Alberto Ambrosini, Tommaso Borgogelli, Claudio Casini, Michele Nicolaci, Gianni Papi, Yuri Primarosa, Ilaria Sgarbozza, Nikita de Vernejoul.
“Il convegno prima e gli atti oggi rivestono un particolare rilievo perché contribuiscono a valorizzare e a portare al grande pubblico la conoscenza di tre concittadini che, specialmente Sigismondi e Guidotti, non hanno goduto finora di una particolare attenzione, nonostante la forte impronta caravaggesca delle loro opere -, sottolinea Oriano Landucci, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca -. “Il volume, edito dopo solo un anno dalla giornata di studi, metterà a disposizione di tutti gli interessati maggiori dettagli della vita e dell’opera dei tre artisti che arricchirono la loro esperienza fuori dalla patria, soggiornando soprattutto a Roma, considerata all’epoca la capitale mondiale dell’arte, facendosi conoscere ed apprezzare”.
La Banca del Monte di Lucca ha nella sua collezione d’arte un’importante opera di Pietro Sigismondi, il “Sansone e Dalila” acquistato nel 1979 e conservato nel palazzo dell’Opera di Santa Croce e la Fondazione sta progettando, per quando sarà possibile sulla base dell’evoluzione della pandemia in atto, una grande mostra al suo Palazzo delle Esposizioni.
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