Federica Fontana
Dopo il deserto algerino e dopo una breve parentesi in Sardegna, Arturo Paoli viene inviato nel 1960 in Argentina. Un taglio netto con il contesto socio-culturale europeo, maturato fin dal noviziato nel deserto con i Piccoli Fratelli, e la separazione da una rete di amici che lo aveva accompagnato, e mai abbandonato, negli anni dell’attività pastorale a Lucca e della Gi.A.C.
In realtà forse più che di distacco culturale e amicale con l’Europa, si potrebbe pensare ad una maturazione del pensiero di Arturo, sia della sua azione pastorale sia dei suoi riferimenti teologici e spirituali.
Gli articoli di Arturo sono accomunati dalla caratteristica di costituirsi come un colloquio, certo asincrono, ma comunque come una conversazione con la sua terra d’origine e con le persone che sente ancora vicine e delle quali si riconosce ancora una guida, anche se a distanza.
La caratteristica fondamentale, quella di un colloquio, si evidenzia anche nella scrittura di Arturo. Se poniamo a confronto i testi a stampa che arrivano con cadenza quasi annuale in Italia con gli articoli nelle riviste ci si accorge che quest’ultimi hanno la peculiarità di una scrittura più rapida, immediata ed anche più semplice. Ci parlano delle sue esperienze dirette, di un incontro-scoperta con la realtà sudamericana che si fa esperienza di fede e di attività pastorale. Ci raccontano di una crescita personale che vuole essere condivisa e che può costituirsi come un modello, al di là e al di sopra delle differenze economiche e culturali di un’Italia che ha consolidato ormai il suo boom economico, ma che deve ancora continuare a costruirsi come comunità cristiana.
Per raccogliere gli articoli è stato consultato il catalogo italiano dei periodici, disponibile anche su internet, che offre indicazioni precise su dove sia possibile reperire le annate delle riviste italiane.
Purtroppo le riviste in cui sono presenti articoli di Arturo sono soltanto raramente conservate in un unico sito. Per questo il materiale è stato reperito in diverse biblioteche o archivi italiani.
Dal 1962 inizia la collaborazione con la rivista di Sirio Politi La voce dei Poveri, che verrà sostituita, a partire dal 1972 da Lotta come amore,rivista mensile prima, trimestrale, quadrimestrale e semestrale poi.La rivista era nata nel marzo dello stesso anno per l’iniziativa di Sirio Politi. Dal 1981 gli scritti di Arturo assumono il carattere di sistematicità. Sulla rivista appare una rubrica, La posta di fr. Arturo Paoli, caratteristica che manterrà fino al 2007.
I testi degli articoli sono tutti on-line e scaricabili dal sito: www.lottacomeamore.it.
Nel 1966 esce il primo articolo di Arturo Paoli su Humanitas.
La rivista era stata fondata a Brescia nel 1946 dalla casa editrice Morcelliana. Lo scopo della rivista era quello di proporsi come una rivista culturale a sfondo cattolico. Fino al 1960 sono presenti più direttori, ciascuno responsabile di uno specifico settore. Dal 1960 invece la rivista cambia aspetto: dopo il concilio Vaticano II si apre anche agli aspetti sociali oltre che religiosi del mondo cattolico contemporaneo. Sono stati individuati 9 articoli, compresi tra il 1966 ed il 1991. La collaborazione iniziata con Morcelliana sarà proficua: proprio la casa editrice di Brescia pubblicherà numerosi volumi di Paoli, a partire dall’anno 1969 nel quale vede la luce il volume Dialogo della liberazione. Gli articoli sono stati fotocopiati presso la biblioteca Giuridica dell’Università di Pisa.
Dal 1967 inizia la collaborazione con la rivista Rocca, uno dei contributi più significativi per seguire il divenire del pensiero di Arturo. I suoi scritti appaiono infatti in maniera regolare fino ad oggi. La rivista esce a carattere quindicinale. Nei primi anni di collaborazione gli scritti di Arturo hanno il carattere di interventi monotematici, a partire dal 1976 ,invece, adotta lo stile della rubrica, stile che gli è più congeniale. I testi sono stati reperiti nelle seguenti biblioteche: anni 1967 – 2000 biblioteca del Sacro Convento di Assisi; anni 2001 – 2011 Biblioteca provinciale di Pisa. Le lacune sono state colmate presso la biblioteca Alessandro Lazzerini di Prato.
Nel 1977 Paoli inizia una nuova collaborazione con la rivista Il Tetto di Napoli. Su questa rivista usciranno 10 articoli, l’ultimo del 2008. In Toscana non esiste un deposito completo in nessuna emeroteca. Tuttavia, attraverso dei controlli incrociati in due biblioteche toscane (Biblioteca di scienze giuridiche - Università degli Studi di Pisa e emeroteca del centro di documentazione di Pistoia) è stato possibile procedere allo spoglio completo della rivista dalla nascita ad oggi.
Le riviste sono state sfogliate completamente. Per i riferimenti alle date di pubblicazione si fa riferimento agli indici generali dell’annata pubblicati quasi sempre nel primo numero dell’anno successivo.
Nel 1988 inizia una nuova collaborazione con la rivista Nigrizia che era stata fondata nel gennaio 1883 e, in origine, aveva lo scopo di diffondere gli scritti di Daniele Comboni, primo vescovo di Khartoun. Era stato Segundo Galilea a inaugurare su questa rivista le pagine dedicate ai problemi dell’America latina. Era l’anno 1980 e da poco si erano conclusi i lavori di Puebla. Dal 1978 era diventato direttore della rivista Alex Zanotelli. Il suo impegno era stato diretto a dare un volto nuovo alla rivista, che, lentamente ma progressivamente, si era aperta a problematiche di tipo economico-sociale dell’Africa in primo luogo e, successivamente dell’America latina. A partire dal n°4 dell’aprile del 1981 sarà Arturo Paoli che curerà questo spazio fino al numero di maggio del 1988. Sostituito da F. Marinetti, riprenderà la rubrica il 1 gennaio 1990 fino al 1992.
Due articoli compaiono in anni successivi: il primo un’intervista del maggio del 2000 e il secondo un ricordo di René Voillaume del 2003. Le copie sono state reperite in due biblioteche toscane: Emeroteca del centro di documentazione di Pistoia e Biblioteca comunale “Alessandro Lazzerini” di Prato.
Dal marzo 1989 inizia la collaborazione con Ore Undici. La rivista, che inizia le sue pubblicazioni proprio nel febbraio di quell’anno, nasce dall’esperienza di un gruppo di fedeli di Frascati che dopo la messa delle Ore Undici aveva cominciato a riunirsi attorno a don Mario de Maio per riflettere sui valori cristiani alla luce delle scoperte delle scienze umane. Il gruppo ha dato vita a progetti di sostegno e cooperazione con la comunità di Foz de Iguaçu. Dalla loro esperienza la scelta della pubblicazione del mensile dove, fin dai primi numeri, (il primo numero è del febbraio del 1989) la presenza di Arturo è costante. Le riviste sono state donate alla Fondazione Banca del Monte dall’associazione Ore Undici.
Dal 2000 al 2010 pubblica una serie di articoli sulla rivista Rete Radiè Resch, rivista che era espressione dell’omonimo gruppo fondato da Ettore Masina e Paul Gauthier.
La raccolta di articoli sui periodici italiani che qui viene proposta è uno strumento fondamentale per tutti coloro che vorranno avvicinarsi al pensiero di Arturo. Un quasi letterale “fiume di inchiostro” che ci narra l’itinerario umano e il concretizzarsi di un percorso di fede lungo oltre 60 anni.
Paola Paterni
FONDO DOCUMENTARIO. LE “CARTE” DAGLI ARCHIVI PRIVATI
Il Fondo documentario comprende tantissimi materiali relativi ad Arturo Paoli (lettere, manoscritti, fotografie, registrazioni audio e video ecc.) raccolti presso gli altrettanto numerosi amici e gruppi che lo hanno frequentato e sostenuto sia in Italia che in America Latina (soprattutto Argentina, Venezuela e Brasile, le nazioni in cui Paoli ha vissuto più a lungo).
I materiali relativi ad Arturo Paoli rappresentano “beni” di particolare valore simbolico ed affettivo per le persone che li posseggono e dunque va rilevata la fiducia nel progetto del Fondo Documentazione espressa conferendo la copia o, in alcuni casi, gli originali delle lettere, delle meditazioni, delle omelie ecc.
La ricerca e la raccolta consentono di accedere a materiali inediti e a memorie personali molto vive. Per contro, non possono procedere in maniera sistematica. Infatti la vastissima e complessa rete delle relazioni avute da Arturo Paoli nel corso di un secolo di vita non può essere conosciuta in modo rigido e definitivo, ma è in continua crescita, grazie al diffondersi dell’informazione sul Fondo Documentazione e sulle sue finalità.
I privati che hanno donato le proprie “carte” sono attualmente diciassette e i materiali devoluti comprendono prevalentemente epistolari, registrazioni di meditazioni e conferenze, omelie, manoscritti, bozze di articoli o libri, fotografie.
In primo luogo vanno menzionate le “carte” conferite dallo stesso Arturo Paoli, provenienti da due abitazioni diverse (la casa della nipote Armida Paoli Vannucci a Pistoia e la casa Beato Charles de Foucauld di Lucca in cui Paoli vive) e da lui stesso visionate e selezionate con il mio supporto. Tra i vari e tanti materiali, merita di essere citata la copia manoscritta delle lettere indirizzate a Ludwig Greve (quasi tutte pubblicate nel libro Un amico a Lucca, edizioni Carocci 2006, a cura di Klaus Voigt), alcune lettere a personalità pubbliche di rilievo (Romano Prodi, Vannino Chiti, Walter Veltroni), alcuni messaggi o biglietti ricevuti da analoghe personalità (mons. Loris Capovilla, il card. Carlo Maria Martini, Alain Elkann). A queste vanno aggiunte le carte depositate dalla dott.ssa Paterni che le aveva ricevute dallo stesso Paoli prima della costituzione del Fondo. Si tratta principalmente di lettere, di bozze di interviste o articoli, di materiali vari come agende e appunti manoscritti.
La donazione più antica è rappresentato dalle “carte Fava”, l’amico lucchese di Paoli che per primo ha contribuito alla costituzione di questo Fondo Documentazione. Le “carte Fava” raccolgono materiali di vario genere (articoli, appunti, lettere, proposte di iniziative, bozze, fotografie, locandine di incontri) e di ingente quantità. Tra le lettere indirizzate a Paoli vanno menzionate quelle del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del professor Umberto Veronesi; tra quelle scritte da Paoli vi è l’originale del 29 gennaio 1954 indirizzata a un amico sacerdote.
Grazie a Luciano Fava, nell’aprile 2009 giunse al Fondo Arturo Paoli il lascito di Giovanni Villani, cugino di parte materna di Paoli e suo “amministratore” dal 1960 al 2000. Si tratta di 423 fogli di corrispondenza in gran parte olografa, suddivisi per anno, come lo stesso Fava aveva annotato conferendoli al Fondo. Oltre al ricchissimo epistolario (269 lettere indirizzate al cugino, spesso insieme ai familiari), vi sono appunti di viaggio, copie di articoli, bozze di altre lettere.
Molto significative (per ora acquisite parzialmente) sono le “carte Ore Undici” che comprendono, oltre a tutti gli articoli di Arturo Paoli pubblicati sull’omonimo mensile dal 1989 ad oggi, centinaia di registrazioni audio relative ai convegni di spiritualità promosse dall’associazione stessa, centinaia di fotografie e di materiale documentale relativo ai progetti di solidarietà (Case Lar e Madre Terra) fondati da Paoli in Brasile.
Le “carte Camaiani-Bocchini” costituiscono un bagaglio di particolare valore perché il professor Camaiani, per la sua competenza professionale di storico e per il suo legame personale di amicizia con Paoli fin dagli anni Quaranta, per primo fu incaricato dallo stesso Paoli di conservare alcune delle sue carte e dei suoi diari. Insieme alla professoressa Paterni, è stato anche il curatore del volume di Paoli “Vivo sotto la tenda. Lettere ad Adele Toscano (1960-1988)”(edizioni San Paolo 2006). Di conseguenza anche i manoscritti delle lettere di Paoli ad Adele Toscano hanno potuto essere acquisite dal Fondo Documentazione.
Le “carte Allegretti-Crespellani” sono costituite principalmente dal ricco epistolario scambiato tra Paoli e i coniugi Allegretti Crespellani, iniziato nel 1958 quando Paoli viveva nella frazione mineraria di Bindua nell’Iglesiente, e il prof. Allegretti era un giovane molto impegnato, allora dirigente presso la Regione Sardegna. Da allora l’amicizia e la corrispondenza con Paoli si è sempre mantenuta, facendosi più rada dal 1995 in poi quando cominciarono ad essere più frequenti i viaggi di Paoli in Italia. Tra le “carte Allegretti Crespellani” figurano anche appunti e trascrizioni di note, oltre ad alcune lettere scambiate con altri amici aventi ad oggetto il pensiero e le opere di Paoli.
Alcuni amici personali di Arturo Paoli (tra gli altri Maria Buttironi Maria Luisa Cortopassi Colombini, Giuseppe Lista, Lorenzo Moroni e il gruppo Operazione Terzo Mondo,) hanno messo a disposizione la corrispondenza epistolare ricevuta da Paoli, che talvolta copre un arco temporale superiore ai 50 anni (Cortopassi-Colombini), altre volte carteggi importanti come uno scambio epistolare tra Arturo Paoli, David Maria Turoldo e il Cardinale Carlo Maria Martini (Buttironi, 1984) o hanno consentito l’accesso ad ulteriori archivi, come quello della Fondazione Primo Mazzolari (attraverso Moroni) e l’acquisizione del carteggio di Paoli con don Mazzolari (1942-1958). In molti casi l’amicizia personale è accompagnata dal sostegno alle attività di Paoli in America Latina, pertanto sono numerosi i materiali informativi (locandine, opuscoli, lettere) relativi a incontri di sensibilizzazione e solidarietà rivolti alle popolazioni con cui Paoli viveva. L’elenco completo delle “carte” ricevute da queste persone è cosultabile nella sezione “Gli archivi privati” di questo sito.
Personalmente ho conferito al Fondo Documentazione i libri su cui ho lavorato per la stesura della biografia su Paoli (“Arturo Paoli. Ne valeva la pena”, edizioni San Paolo, 2010), relativi ai vari periodi storici e ai contesti geografici in cui si sono svolte le principali vicende della sua vita. Avendo svolto la funzione di sua segretaria per alcuni anni (2000-2005) ho devoluto al Fondo Documentazione la corrispondenza, le bozze di articoli e libri, le agende di viaggio e altro materiale relativo a Paoli che era in mio possesso. Progressivamente devolvo al Fondo Documentazione anche le registrazioni delle omelie domenicali di Paoli e di altri incontri pubblici, nonché le bozze di articoli che attualmente produce.
Grazie alla professoressa Paterni il Fondo Documentazione ha acquisito in copia anche alcuni documenti provenienti dall’Isacem-Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI, Fondo Gioventù italiana di Azione cattolica (Giac) ,relativi agli anni 1949-1953, catalogate come “carte Gi.A.C.”. Si tratta di verbali di riunioni, di appunti personali e quaderni, di opuscoli ciclostilati o stampati relativi ad incontri di formazione dei gruppi della Gi.A.C. .
La consultazione di questi materiali, in particolare alcune parti di epistolari, è soggetta a limitazioni nel rispetto delle norme sulla privacy e/o delle indicazioni fornite dai donatori ed è regolata dalle disposizioni del Regolamento del Fondo Documentazione stesso. In taluni casi le lettere presentano degli “omissis”.
Lo sviluppo di questa attività di ricerca e raccolta di materiali inediti proseguirà nei prossimi anni, in modo da accrescere il Fondo Documentazione del maggior numero di materiali che sarà possibile reperire, sia dall’Italia che dall’America Latina.
Silvia Pettiti